sabato 28 giugno 2008

Se scoppia la polemica

Concludo la trilogia sulle parole insopportabili con la peggiore di tutte, una parolaccia ancora più intollerabile di FILIERA, PERFORMANCE, SISTEMA PAESE, ATTIMINO, BENCHMARKING, CRESCITA e SHOCK.
Come abbiamo fatto a farcela sfuggire finora? Eppure compare nel 99,9 periodico dei titoli dei telegiornali.
Parte la sigla con il mondomarcio blu che gira e qual'è il primo titolo?

"E' POLEMICA sulle dichiarazioni di...." al quale poi segue almeno un altro:
"Sul ruolo dell'[*] è POLEMICA".
* riempire con, a scelta: opposizione, giustizia, sindacato, chiesa, partiti, ecc.

Le polemiche hanno il brutto vizio di scoppiare e l'Italia è il paese dove scoppia una polemica ogni mezz'ora e per ogni cosa, dalla più grave alla più insignificante.
E' la parola peggiore perchè rispecchia il nostro lato peggiore. La polemica di Berlusconi con la giustizia, ad esempio.
E' una fortuna che le polemiche, scoppiando, non provochino danni ingenti a cose o persone ma solo ai nostri poveri cabbasisi, come al solito. Pensate se la polemica invece scoppiasse come Mr. Creosote, magari nel bel mezzo di una puntata di "Porta a Porta". Non vorrei perdermelo per niente al mondo.

P.S. Psss, questa è una notizia riservata. Non fatelo sapere troppo in giro ma domattina sulle 11 la vostra papera zoppa va in diretta su Radio Pico nel programma di Peter e Stefano "Che domenica". Il nordest è avvertito. E che non scoppino polemiche, mi raccomando.


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venerdì 27 giugno 2008

Ci vediamo all'osteria, al numero venti

Cosa c'è di meglio del sexual freak di turno per convincere la gente ad uscire e spendere i fatidici sette euro del biglietto del cinema? Dopo il mutante Tetsuo di Tsukamoto, detto " 'A trivella" e la Linda Lovelace con il clitoride delocalizzato dalle parti del velopendulo, ecco una vecchia conoscenza: la vagina dentata.

E' in arrivo "Denti", storia di una signorina che ha un modo tutto suo di stringere conoscenza con gli uomini che gli capita di incontrare. Un film ferocemente disapprovato dai peni e scansato dai ginecologi ma consigliato dall'Associazione Medici Dentisti Italiani. E' l'unica categoria che, alla visione, non viene colta dall'angoscia di castrazione. Pensa, fantasticano, un mondo di guadagni raddoppiati, con tutti quei denti, a mille euro ogni cura...

La vagina dentata è un mito antichissimo che funziona sempre, soprattuto a livello catartico se inserito nel genere cinematografico rape and revenge e che ha perfino ispirato una certa oggettistica nata con il lodevole intento di scongiurare gli stupri.

Spero solo che il film non si prenda troppo sul serio e non picchi solo sul tasto dell'horror. Se vi fosse lo spirito anarchico di Russ Meyer e l'umorismo di "Gola profonda" ("mi sta bagnando, dottore") sarebbe perfetto. Se poi immaginiamo cosa avrebbe combinato la Zoe di "L'angelo della vendetta" di Abel Ferrara con un'attrezzatura odontoginecologica del genere, vengono i brividi cinefili.

A proposito di freaks cinematografici. Se la Sposa di Tarantino concepisse una figlia con Hannibal Lecter il risultato sarebbe la protagonista di "Hard Candy", film che non credo vedrete mai su Raiuno a Natale e che mi ha deliziato ieri a noleggio.
Se una quattordicenne, una lupetto rosso con i geni di cotali genitori avesse tra le mani un pedofilo da tenere sequestrato per un intero pomeriggio, cosa mai potrebbe farne? A voi il gusto di scoprirlo così capirete, finalmente, cosa avete fatto al vostro gatto.


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mercoledì 25 giugno 2008

La balla della Magliana

Diffidate dei supertestimoni estivi. Specialmente di quelli che riaprono vecchi casi irrisolti ribadendo cose note e stranote e non aggiungendo alcunchè di nuovo ma facendo risuonare le grancasse dei media.

Si fa presto a trovare del marcio, o del Marcinkus, in quell'epoca a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta quando l'Italia era in balìa di una simpatica congrega di massoni coperti, banditi della Magliana, servizietti più o meno segreti, camorra, mafia, affaristi senza rete e gerarchi vaticani votati più al dio denaro che a quello con il triangolo in testa. Tutti assieme appassionatamente per costruire l'Italia del futuro, ovvero codesta odierna cloaca.
Non c'è bisogno di supertestimoni e pupe del gangster in vena di nostalgie, basta riandare con la memoria alla storia di quell'epoca e stare attenti a non lasciarsi sopraffare dagli effluvi che emanano dai sepolcri dissigillati.

La signora che ci ha deliziato l'altra sera su tg, giornali e "Chi la visto?" con le nuove sconvolgenti rivelazioni sul caso di Emanuela Orlandi, non convince. Non perchè ha rivelato che a casa Andreotti c'erano mobili antichi e non soluzioni Ikea e neanche quando ha pasticciato con le date, sbarellando di dieci anni abbondanti tra il sequestro di Emanuela e la scomparsa di un bambino, figlio di un "infame" della banda della Magliana. Finito anche lui nella stessa betoniera.
La ex-pupa non convince perchè i suoi racconti saranno pure veri ma sono ricoperti da un pesante strato di millantato credito. A me ha colpito quando ha raccontato che il suo amante le diede cento milioni da spendere in shopping "e guai a te se torni a casa con sole centomila lire". Sarà vero ma puzza di falso lontano un miglio. Le confabulazioni hanno un odore inconfondibile.

Tirare in ballo Marcinkus per il caso Orlandi è troppo facile. Come dare la colpa a Joker di un delitto avvenuto a Gotham City.
Pensate veramente che un alto prelato con il vizio delle ragazzine andrebbe a pasturare a cento metri da casa, in piena media borghesia, con l'abbondanza di disperate senza famiglia che abbondano nei bassifondi? Le ragazze scomparvero perchè molto probabilmente qualcuno volle mandare un messaggio oltretevere. Colpire al cuore lo stato vaticano mirando ad uno dei suoi cittadini con una tecnica mafiosa vecchia come il mondo: la lupara bianca, la sparizione nel nulla.

Perchè allora questa uscita della testimone a venticinque anni di distanza?
Come hanno scritto i giornali romani, nell'auto che una mesata fa ha investito e ucciso due fidanzati a Via Nomentana, c'era la figlia della signora Minardi. Aveva appena avuto un litigio con il suo uomo e da lì poi era scaturita la folle corsa che aveva causato il tragico incidente. Chissà, andare a sbattere vecchi tappeti polverosi su fatti recenti potrebbe essere una tattica. In cambio di un'alleggerimento della posizione di mia figlia io mi faccio tornare la memoria.
Se però voi foste a conoscenza della verità sui misteri d'Italia, e che misteri, li raccontereste ad un PM qualsiasi? E offrendovi in pasto alla stampa ed al massimo di pubblicità, senza timore di finire in uno dei piloni dell'alta velocità a causa delle cose rivelate? Poco credibile.

La cosa veramente sorprendente di questa faccenda a cavallo tra passato e presente, rimane il fatto che Enrico De Pedis, il boss della Magliana amante della Minardi, sia stato sepolto in territorio vaticano nella basilica di Sant'Apollinare, con un privilegio non certo consentito normalmente ad un bandito. Un'anomalia pura che sa di ricompensa per chissà quali favori.
Oggi ho visto intervistare il responsabile della basilica (Opus Dei) che è sbiancato e ha cominciato a balbettare quando gli hanno chiesto se avrebbe avuto niente in contrario a riaprire la tomba di De Pedis. Cosa della quale si comincia a parlare insistentemente da parte degli inquirenti.

Già, anch'io ho avuto questo pensiero. Ci sono documenti che devono assolutamente sparire. Nascondiamoli dentro una tomba. O ancor meglio dentro un cadavere.
C'è materiale per due o tre libri di Dan Brown. La fantasia non manca. Quello di cui si avrebbe bisogno piuttosto è chiarezza e la verità sulla fine di due ragazze, uscite di casa un pomeriggio e ... puf!, sparite nel nulla.


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martedì 24 giugno 2008

Il lodo Leporello


Don Giovanni sfida apertamente il fantasma della sua vittima di duello, il Commendatore, invitandolo a cena. Il Commendatore si presenta effettivamente nel bel mezzo di un banchetto e invita Giovanni a pentirsi dei suoi peccati ma egli persevera nel prendersi gioco del vecchio rifiutando qualunque atto di contrizione.
Don Giovanni è l'emblema dell'uomo che vive in perenne stato di menzogna (inganna sistematicamente le donne che seduce), di sfida all'ordine costituito (disgrega legami matrimoniali e si avvale dello jus primae noctis) e di dispregio della legge e dell'autorità.
Siccome agisce solo per il proprio piacere non è un rivoluzionario ma solo un egocentrico. narcisista. Mozart e Da Ponte riservano a Don Giovanni una giusta punizione, che giunge al termine di un fenomenale duetto tra Uomo e Dio, Vita e Morte, Padre e Figlio. Il Commendatore trascina Giovanni con sè all'Inferno, sotto gli occhi atterriti del servo Leporello.
"La pseudologia fantastica passa, grazie alla spiegazione psicodinamica, dall'essere considerata un semplice peccato, ad un fenomeno complesso che ritroviamo in situazioni al limite con la normalità.
Rispetto ad una possibile diagnosi differenziale tra forme strettamente psicogene e stati a spiccata componente organica, Jaspers individua che nelle prime una contraddizione troppo grande con le condizioni reali tronca improvvisamente la realtà fantastica cosa che non si verifica nelle situazioni in cui prevale l'aspetto organico.
Bleuler fa notare che a differenza dei confabulanti e degli allucinati della memoria, i malati con pseudologia fantastica per periodi di varia durata possono anche non accorgersi di vivere in un mondo di sogni e la domanda "è reale o non è reale?" non emerge affatto nel fluire del pensiero. Al contrario, alcuni soggetti sono così persuasi della realtà della loro costruzione fantastica e dotati di un grande talento nell'interpretare conseguentemente una parte che diventano capaci di ingannare facilmente altre persone col rischio di diventare abili truffatori.
In queste situazioni appare chiaro che la costruzione fantastica, la menzogna a se stessi, rappresenta il mezzo per ottenere ciò che si desidera senza ritardi o interferenze ma, affinchè il desiderio sia totalmente appagato, lo stato di coscienza deve essere alterato al punto che non esista più la consapevolezza". (fonte)
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale.


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domenica 22 giugno 2008

La comunione ad personam

Voleva la comunione.
La comunione ad personam. Non contento di identificarvisi, voleva pure mangiarselo, il Signore.

Oggi Lui gli ha risposto ed è stato nein. La comunione, bastava chiedere a qualunque prevosto di campagna, possono riceverla solo coloro che non si trovano in stato di grave peccato mortale e che non hanno alcuna intenzione di emendarsi ponendo termine alla situazione di peccato.

Il TG1 ieri aveva dato la notizia della perorazione di Berlusconi. Poteva stasera umiliare pubblicamente il premier con la notizia del sacro due di picche d'oltretevere? Macchè, la notizia è diventata che oggi il Papa, parlando in scioltezza in un videomessaggio qualunque, aveva ribadito la regola della negazione della comunione ai divorziati. Punto, passiamo agli europei.
Chi ha saputo fare il collegamento tra domanda e risposta, amen. Gli altri saranno stati distratti dal rigatone all'amatriciana, meglio così.

Update - Conosco l'argomento perchè, come convivente more uxorio, una volta sono stata cacciata in malo modo dal confessionale con la motivazione che ero "una pubblica peccatrice". Devo dire però che, come io trovai un frate che mi comunicò lo stesso, esisterà un prete che ha comunicato, comunica e comunicherà Berlusconi nonostante le ritrosie papali. Qui c'è la prova fotografica, pubblicata da Rita Pani sul suo blog e ripresa da un settimanale.
Quello che lui voleva invece con l'ultima uscita, (nessuno pensi che lo abbia fatto per perorare la causa dei divorziati-risposati, illusi!), era come al solito elevarsi al di sopra degli altri e della legge, questa volta divina. L'ennesima sfida di uno che è drogato di potere e che riesce a soddisfarsi solo per ogni privilegio über alles che riesce a strappare. Il Papa ovviamente, facendo il suo mestiere, non poteva che rispondere pubblicamente picche.


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sabato 21 giugno 2008

Il Corriere dello Shock

Due anni fa, sul vecchio blog, mi lamentavo dell'uso lascivo da parte delle redazioni dei giornali online (e non solo) della parola SHOCK. In cuor mio speravo che si trattasse di un vezzo passeggero, di una moda nefanda che per fortuna dura solo un'estate, come le clic-clac. Qualcuno se le ricorda? Le palline che ci pestavano le dita e trapanavano le orecchie con il loro sbatacchiare infernale?
Invece non è cambiato nulla, anzi. La brutta abitudine di infilare lo shock dappertutto, anche dove non ci azzecca proprio, persiste.
L'altra domenica mi lamentavo delle parole insopportabili. Ecco, tra FILIERA, SISTEMA PAESE e SHOCK usato a sproposito penso che sarebbe una gara dura scegliere.

L'aggettivo compare in tre versioni, per non farci mancar nulla: l'inglese SHOCK, il francese CHOC e in alcuni casi il tedesco SCHOCK.
Due anni fa sembrava essere soprattutto il Corriere della Sera ad amare questa parola infestante, questa piattola verbale. Ormai però l'invasione ha completato la sua agenda e lo shock regna trionfante in tutte le redazioni, da La Repubblica all'Eco del Chisone.
Ho fatto una veloce ricerca sul motore interno di Repubblica ed ecco i risultati delle volte che il termine è comparso nei titoli e nei pezzi del giornale, dal 1984 ad oggi:
SHOCK = 6.442
SCHOCK = 51
CHOC = 11.581

Un giornalismo sempre più sensazionalistico per se non può che abusare di un parola che scuote e paralizza allo stesso tempo. Non solo le immagini e i video sono inevitabilmente shock ma anche le sentenze, le dichiarazioni, le campagne, gli annunci. Come se veramente riuscissimo ancora a stupirci di qualcosa. Ecco solo un minimo florilegio di titoli schock-muniti:

"Stupro, sentenza choc: Cassazione divisa"
"Da Londra campagna choc contro il fumo"
"Foto choc del feto di Jennifer"
"Che choc diventare Lara Croft!"
"Polemiche sul video-choc di Cannavaro"
"Processo choc in Germania: il cannibale confessa"
"Tarantino choc: sì alla violenza estrema"
"Annuncio choc: impiantato un embrione clonato"
"In Stazione i video choc di John Bock" (qui c'è scappata pure la rima)
"Tiro al bersaglio sui civili, clip choc dall'Iraq" (qui si rischia la slogatura della lingua)
"Bellucci choc al Festival delle nostre paure"
"Di Michele choc, canta una giovane kamikaze"
"Choc e timore», pioggia di missili su Bagdad" (traduzione di Shock and Awe)
"Ipotesi-choc sul Kursk: colpito da siluro Usa"

La famosa opera con i bambini impiccati dell'artista Cattelan ha prodotto addirittura una saga:
"Opera-choc in piazza XXIV Maggio"
"Opera choc di Cattelan, le reazioni"
"Cade dall'albero per rimuovere l'opera-choc"

Le ultimissime:

"Gara choc in classe per lo studente più 'dotato'"
"Zalayeta choc: ginocchio rotto dovrà operarsi, stagione finita"
"Puglia, un primato choc si scava anche nei parchi" (dallo shock è morta la punteggiatura)
"Quadro choc, Fallaci decapitata"
"La bambina e il panettiere sposato fuga d' amore shock a Monreale" (e chiamala fuitina!)
"Cherie e la bandana «Fu un vero choc»" (non aveva ancora visto il panama)
"A Tradate la spazzatura trabocca dai palazzi: installazione-shock per non finire come Napoli"

And the Oscar goes to:

"Il 'contro-shock' del governatore". (Bassolino)

A questo punto uno potrebbe rinverdire il mito delle clic clac utilizzando i propri cabbasisi al posto delle palline.
Il colmo è che a volte riescono ad utilizzare la parola in modo appropriato:
"I tre militari morti per choc termico".
Finalmente uno choc al posto giusto, ma forse si è trattato di un refuso.

venerdì 20 giugno 2008

Noi siamo i puffi blu

Acquistate anche voi abbigliamento di produzione cinese? Beh, state attenti perchè potrebbe capitarvi ciò che è successo a me oggi: ritrovarvi di un bel color blu puffetta. Ora vi racconto.
Stamattina mi ero messa un normalissimo paio di pantaloni neri nuovi di pacca. Dopo un pò che sono in ufficio noto che ho le unghie blu. Boh, mi sarò sporcata con qualche toner. Mi lavo le mani ma il blu non viene via. Quando sono tornata a casa e mi sono tolta i pantaloni, mi sono ritrovata la metà inferiore del corpo blu. La maglietta che indossavo era macchiata di blu. Ho provato a lavare i pantaloni ma dopo aver sporcato la vasca da doverla smacchiare con il Cillit Bang, ho desistito visto che le braghe maledette continuavano a buttare colore. Per lavarmi ho dovuto usare una striglia da cavalli e una pasta speciale abrasiva tedesca che di solito uso per pulire il lavandino d'acciaio. Nonostante ciò sono riuscita a macchiare l'accappatoio di blu.

Ma che minchia di coloranti usano, 'sti cornutazzi di cinesi? Io spero e mi auguro che non si tratti di roba tossica. Veleni inenarrabili che ti entrano nella pelle e dopo un pò cominci a mordere tutti. Oppure fai la fine della tipa di Goldfinger, avvelenata con una tintura. Là era oro, qui blu puffetta.
I pantaloni li ho buttati via ma mi sorge un dubbio: dovevo forse trattarli come rifiuto speciale?

E' tutto vero, non vi sto coglionando con un trip di fantasia. Non mi sono drogata, non ho fumato niente e non ho preso acidi. Piuttosto, riascoltandola, l'unica cosa che può sembrare psichedelica in questo post è la canzone di Mina. Oppure questa incredibile lettura simbolica dei puffi. Vado a darmi la seconda strigliata.




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giovedì 19 giugno 2008

Lui ce l'ha e ce la fa vedere

Ha ficcato la mano in gola all'Italia, le ha acchiappato la legalità, gliel'ha strappata, buttata per terra e calpestata con i tacchi a spillo. Ci ha sputato sopra, l'ha sbattuta dentro un forno e rosolata a fuoco lento. L'ha tagliata a pezzettini, schiaffata dentro un toast e ora vuole fargliela rimangiare, pretendendo che gli italiani dicano: "Grazie, tesoro, è delizioso."
Tutto questo non si spiega razionalmente ma facendo ricorso ai misteri dell'inconscio e quindi sono giunta ad una conclusione clamorosa. Berlusconi non è un nano come dicono i malvagi e nemmeno uno statista come pensano coloro che lo votano ma un gran pezzo di figa. Per parlar chiaro: sarà anche uomo ma ce l'ha.

Non la vediamo perchè ci occorrerebbero forse degli occhiali speciali come nel film "Essi vivono" ma ce l'ha e in qualche modo ce la fa vedere. Anzi, ce la sbatte in faccia.
Non si spiega altrimenti come riesca ad inscimunire a quel modo coloro che lo amano senza ritegno.
Ci sono uomini letteralmente pazzi di lui e i più scatenati sono rigorosamente etero. Credetemi, non è passione omosessuale, è proprio il tipo di devozione cieca che gli uomini destinano alla figa. Perchè solo la figa può essere oggetto di culto cieco e assolutamente privo di raziocinio.
Una volta Luciana Littizzetto chiese a Rocco Siffredi se credeva in Dio. "Credo nella figa", fu la risposta. Ecco, appunto.

Il tipo di seduzione che usa Berlusconi è puro estratto di estrogeni, essenza di figa. Per ribadire il concetto si circonda di passere conclamate, sparge gnocca a profusione, le sue televisioni traboccano di culi e tette. Il suo messaggio è quello ed è maledettamente vincente. Per la figa si sono creati e distrutti imperi, uomini geniali si sono ridotti a omm 'e sfaccimma. Non si è mai fatta una guerra per un cazzo, diciamo la verità.
L'uomo crede che il simbolo del potere sia il fallo, guardare la forma dei missili per credere, ma è una pia illusione. Per avere il massimo potere un uomo deve farsi figa. Una grande figa che fa dimenticare tutto il resto, che fa desiderare perfino di morirci dentro. Vi sono stati altri esempi illustri nella storia. I grandi trascinatori hanno sempre qualcosa di uterino.

Buttarla sull'inconscio e sul simbolico arcaico è l'unica spiegazione che trovo al mistero della Lega che ha già dimenticato i verdi pascoli irlandesi per obbedire al diktat di Berlusconi di votare si al Trattato di Lisbona. Calderoli addirittura ha preso il morbo di Silvius, quello che fa dimenticare e rinnegare ciò che si è detto il giorno prima: "Non ho mai detto che avrei votato contro". Bossi ha richiamato i suoi, proprio così. Non azzardatevi a fare gli irlandesi.
Dovremo proprio dire di qui in avanti che tira più un pelo di Berlusconi che un carroccio di buoi?




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mercoledì 18 giugno 2008

Bip e Burp

Nel paese di Troppo Troppo Vicino c'è una piccola azienda, la chiameremo Miranda srl, che ha un contratto aziendale con una grossa compagnia di telefonia mobile, la Bip. Un contratto risalente al 2001 per il quale ogni bimestre paga 450-500 euro di bolletta. Volendo ottimizzare i costi aziendali e approfittare delle nuove tariffe ed offerte vantaggiose che vengono presentate sul sito del suo operatore telefonico, la nuova responsabile amministrativa della Miranda srl, Signora Genoveffa, contatta una prima volta il numero verde dell'assistenza clienti di Bip.
"Vorrei aggiornare il mio profilo tariffario." "Non c'è problema, signora, la faccio contattare in giornata dall'addetta che segue il suo contratto."
Nessuno si fa vivo e passa un mese. Genoveffa richiama il numero verde.
"Ci scusi, la facciamo richiamare subito."
Nisba. Passa un bimestre ed un'altra bolletta da 490 euro. Questa volta Genoveffa fa la voce grossa con il call center e riceve un'ennesima promessa di contatto nel giro di due giorni.
Il suo ultimo disperato tentativo di farsi modificare ed attualizzare il contratto risale a quindici giorni fa, quando invia una email piccata alla signorina Cunegonda, dell'Assistenza Clienti Bip, nella quale minaccia di passare senza indugi ad un altro operatore di telefonia mobile se non fosse stata contattata nel giro di 48 ore. L'avete ricevuta voi, la risposta all'email? Genoveffa no.

Caso vuole che il giorno dopo si presenti in ufficio un agente della compagnia telefonica Burp che, ascoltata la triste storia, propone a Genoveffa di passare con loro e mandare nel casino la Bip e il suo vetusto contratto. Calcoli alla mano, la bolletta dovrebbe dimezzarsi grazie all'intercom gratuito, al rimborso delle tasse governative, all'assenza di scatto alla risposta ecc. Detto fatto, Genoveffa firma il nuovo contratto.
L'agente di Burp la avverte però che Bip la contatterà proponendole di restare con loro ma faccia attenzione che, nel caso dovesse rinunciare al passaggio, sarebbe tenuta a pagare la penale con Burp. "Le faranno un'offerta vantaggiosa per trattenerla, vedrà."

Nulla però accade fino a tre giorni dall'annunciato passaggio al nuovo operatore quando il capo di Genoveffa riceve una telefonata al suo domicilio fisso (!), dove Bip gli propone un contratto "a prezzi stracciati" ma rifiutandosi di specificarne i dettagli. Il succo è: tu rinuncia al passaggio a Burp, firma con noi e poi eventualmente ti diciamo che cosa hai firmato. Il capo manda gentilmente la signorina interlocutrice affan...
Genoveffa invece riceve su tutti i cellulari dell'azienda un primo SMS che recita:
"Da Bip , le stiamo per inviare un SMS che dovrà restituire al seguente numero 01011110o111 digitando il tasto inoltra".
Poi un secondo:
"Per Miranda srl, in qualità di legale rappresentante, revoco la MNP vs. Burp per le linee del contratto n° 01100000110".
Genoveffa si guarda bene dal rispondere all'SMS e il giorno dopo viene informata che il passaggio a Burp è previsto per il giorno x.
La storia continua, sperando in un lieto fine.
Ho lasciato poco fa Genoveffa un po' preoccupata. Non è che inizieranno ad arrivarle chiamate come in quei film coreani tipo "Phone"?

Anche se sembra una favola satirica, il racconto è pura cronaca vera. Lascio a voi i commenti. Così, a lume di naso, a me sembra che questo modo di trattare i clienti e tentare di costringerli a non recedere da un contratto sia da filibustieri, da pirati dei Caraibi.
E se uno distrattamente beccava e rispediva l'SMS? Che valore legale può avere una disdetta via SMS?

Capito perchè non vogliono la class action?


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domenica 15 giugno 2008

Tornate indietro appena potete

Confermando la loro indole di terroni del Nord, gli irlandesi hanno bocciato il Trattato di Lisbona, la versione reloaded dei principali trattati dell'Unione, ed hanno così causato grave nocumento agli altri paesi europei che non vedevano l'ora di aderire all'unanimità a questa meravigliosa iniziativa, in alcuni casi senza nemmeno averne letto i contenuti. Oltretutto gli irlandesi mangiapatate si sono avvalsi, per esprimere la loro opinione, di un vetusto strumento democratico come il referendum, ohibò. Urge inserire al più presto la verde isola nel novero degli stati canaglia.

Questa è l'idea che uno si è fatto nei giorni scorsi ascoltando la notizia della bocciatura del Trattato di Lisbona da parte dell'Irlanda, riportata dai telegiornali, leggendo le gazzette cartacee, sentendo gli alti lai che provenivano dal Quirinale ("un solo paese non può decidere per gli altri"), dal Popolo delle Libertà con l'esclusione di Calderoli e dei fratelli padani, dalla sinistra o sedicente tale con l'esclusione dell'ala radicale.
Siccome io, come penso molti altri milioni di cittadini europei, non avevo la più pallida idea di cosa fosse il Trattato di Lisbona, ho pensato che forse, a questo punto, avrei dovuto informarmi. Quando ho sentito anche Walter Veltroni accodarsi al coro delle prefiche e dire che gli irlandesi avevano sbagliato, pacatamente e serenamente, mi sono svaniti anche gli ultimi dubbi.

Il Trattato di Lisbona, che qui trovate in versione italiana, non è di facile lettura per i profani, come tutti i testi esoterici ufficiali. Bisogna farsi aiutare da chi è in grado di interpretarne il significato e non è facile perchè ognuno, a seconda dei propri interessi ed opinioni politiche, ne dà una propria esegesi positiva o negativa.
In sintesi telegrafica: gli estremismi sia di destra che di sinistra sono contrari alle politiche economiche comuni e al centralismo finanziario. I partiti moderati di governo, invece, sono favorevoli al Trattato.

A parte l'Irlanda, che ha dato ai suoi cittadini la possibilità di esprimersi direttamente, gli altri paesi hanno aderito per via parlamentare o si accingono a farlo. Per completezza di informazione bisogna dire che la versione precedente del trattato, quello che istituiva la "Costituzione europea" e che si differenzia poco o nulla da questo, fu bocciato da olandesi e francesi in due precedenti referendum.
Sarkozy dovrebbe forse distrarsi un attimo dalle grazie di Carlà e pensare a questo antefatto, prima di dire che la Francia ha accettato senza riserve il trattato.
La Gran Bretagna, che deve ancora superare l'iter parlamentare, ha detto si ma a patto che nessun provvedimento europeo mettesse in discussione la Common Law. Allo stesso modo, la Gran Bretagna continua a poter rimanere fuori dall'Euro. Insomma, la legge è uguale per tutti ma per qualcuno è più uguale.
Oltre alla perfida Albione, devono ancora ratificare il trattato: Spagna, Repubblica Ceca, Cipro, Svezia e Italia. E qui ci sarà da ridere.
Non perchè vedremo l'opposizione ectoplasmica del fantasmino Uolter materializzarsi nel si a strascico del governo ma perchè, se i leghisti hanno una sola parola e sapevano ciò che dicevano quando hanno mandato Calderoli a dire che gli irlandesi avevano fatto bene a respingere il trattato, coerenza vorrebbe che usassero la loro forza elettorale per premere sul governo Berlusconi affinchè l'Italia dica no. Insomma, Berlusconi deve approvare il trattato nonostante la Lega. Voglio proprio vedere, cantava Vasco.

Cercando di mettere da parte le impuntature ideologiche e di principio, questo trattato di Lisbona contiene effettivamente norme dannose per i popoli che vi aderissero? Sono solo paturnie e paranoie oppure l'opposizione si basa su preoccupazioni reali?
I principali punti del trattato che ho identificato come controversi sono i seguenti:

1) Tutte le politiche monetarie dovranno fare capo ad un'unica entità: la Banca Centrale Europea. Con vantaggi e svantaggi. L'euro diventerà definitivamente moneta unica su scala continentale (ma anche per Londra?);

2) Si teme che l'idea di un mercato unico porti con sè anche unicità di regole sul welfare e sul lavoro, in senso svantaggioso per i lavoratori ma favorevole agli interessi di banche e capitale;

3) La sovranità nazionale potrà essere messa in discussione da decisioni a livello europeo in determinati settori. Leggi approvate in Europa ma non da singoli paesi membri potrebbero essere imposte da Bruxelles ai recalcitranti;

4) Le istanze di autonomia regionale sarebbero definitivamente contrastate;

5) Verrebbe abolito il diritto alla neutralità per alcuni paesi: Austria, Finlandia, Malta, Svezia;

6) In caso di attacco (terroristico, bellico, alieno) ad uno dei paesi membri, gli altri saranno obbligati a fornire aiuto militare al paese colpito, anche se nelle proprie costituzioni ripudiano la guerra;

7) Sarebbero introdotte misure antiterrorismo e antisommossa che metterebbero in discussione la libertà dei cittadini e potrebbero persino rendere ammissibile la pena di morte. Una sorta di estensione del famigerato Patriot Act americano.

Per fare un esempio al punto 3, si è detto che l'Irlanda ha votato no perchè, approvando Lisbona, sarebbe stata costretta a rendere legale l'aborto. Allo stesso modo in Polonia, altro paese ultracattolico, si teme che l'Europa possa imporre un domani il matrimonio gay e, di nuovo, leggi "contro la vita". Ritengo più probabile la grande invasione aliena del 2012, ma andiamo avanti.

E' sugli ultimi punti di controversia che non c'è proprio niente da ridere. Qualcuno dei burocrati che hanno scritto il trattato e dei politici che vanno in sollucchero all'idea di approvarlo, ci spieghi che significano le seguenti parole:
"La morte, cioè l'uccisione nella pubblica via, "non viola" i principi se "è il risultato di un ricorso alla forza resosi assolutamente necessario". Quando si stia reprimendo "in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione". O per "eseguire un arresto regolare o per impedire l'evasione di una persona regolarmente detenuta". (art. 2, paragrafo 2 della Carta dei Diritti Fondamentali).
"Uno Stato può prevedere nella propria legislazione la pena di morte per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra". (articolo 2 del protocollo n.6 della Carta dei Diritti Fondamentali). (fonte: Megachip)
Questo è il Patriot Act esportato in Europa. Una legge, lo ricordo, che i deputati americani furono costretti ad approvare senza nemmeno averlo letto, sotto la minaccia delle lettere all'antrace, nelle settimane appena successive all'11 settembre.
Abbiamo già l'esercito per le strade, non sono cose belle da pensare per il nostro futuro. Chi decide che è il caso assolutamente necessario di sparare? Pericolo imminente di guerra? Che vuol dire?
Questo trattato di Lisbona diventa sempre più improbabile e cacofonico, come il rap in portoghese. Ascoltare la clip sonora in calce al post, per credere.

Forse è il caso veramente di chiedere spiegazioni e pretendere rassicurazioni ai nostri governi che saremo ancora in grado di difendere l'autonomia, la libertà e la democrazia nei nostri paesi. E forse è il caso di dare retta alla signorina del TomTom: tornare indietro appena possiamo.

sabato 14 giugno 2008

E venne l'estate

Immagini di altri tempi? A leggere le previsioni meteorologiche e relative temperature per il fine settimana del nostro mare romagnolo c'è da stropicciarsi forte gli occhi e chiedersi che brutto acido ci abbiano versato nel caffè. Milano Marittima: pioggia fino a martedì. Temperature tra 10° e 22° per domani.
Ah, faccio notare che teoricamente il 16 di giugno sarebbe appunto domenica da mare, con bagni, alberghi e affini pronti a ricevere orde di umani in costume.
Invece non avete idea del senso di straniamento che questo tempo di emme sta dando a noi romagnoli dell'entroterra. "Vai al mare, domani?" è una domanda da non rivolgere in questi giorni a chi è più alto e grosso di voi. Ed è inutile citare l'antico detto cinese: "C'è una cosa peggiore del trascorrere un giorno di maltempo d'estate al mare: trascorrerlo in montagna".

Se continua così non vorrei che si ripetessero da noi le scene dell'ultimo film di Shyamalan. Il mistero delle corpulente turiste spiaggiate. Pedalò che si lanciano a tutta velocità l'uno contro l'altro. Turisti tedeschi che si lanciano dai tetti delle cabine e bagnini che si fanno seppellire vivi nella sabbia.

Oltre al danno per l'economia, se nel weekend d'estate non vai al mare, che cazzo fai la domenica? Meno male che ci sono gli Europei. Grazie no, ricorda troppo un'estate di tanti anni fa quando nella stessa sera Baggio sbagliò il rigore che valeva un Mondiale e io mi presi la salmonella.
Il cinema, appunto, ma è comunque un andare contronatura. I Gran Premi? Meglio la doppia canalizzazione di un molare.

Se il 15 di giugno in Romagna non puoi andare al mare perchè diluvia puoi solo metterti ad ammazzare parole transgeniche.
Mi spiego. Ci sono parole che una volta avevano un significato preciso ed erano usate solo in certi ambiti ma da un certo giorno in poi te le sei ritrovate inflazionate in ogni tipo di discorso. Diventate di facili costumi, si infilano nelle bocche di tutti, specie di coloro che credono che usando termini difficili riusciranno a fregarti meglio. I TG e i giornali ne vanno pazzi.
Non se ne può più, io quando le sento metterei mano alla 44 magnum.
Ne ho individuate quattro, le mie più odiate in assoluto, che strapperò una ad una dallo Zingarelli e farò sparire silenziosamente in giardino tre metri sotto un ciliegio, affinchè non si sentano più nominare:

GOVERNANCE
SISTEMA PAESE
FILIERA
BENCHMARKING

Non ditemi che non siete stufi anche voi di sentirle ogni momento. Magari ne avete altre in mente.
Per consolarci da questa estate inglese che ci fotte i weekend, vi offro, come momento musicale, una chicca assoluta di Elio e le Storie Tese, con Mondo Marcio e, pirsonalmente di pirsona, il grande Stefano Bollani.



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venerdì 13 giugno 2008

Oh extraterrestre, portali via!

Oggi pomeriggio apro il sito di Repubblica e, come lancio principale di agenzia compare il seguente titolo in rosso: "Il Discovery ha appena avvistato un UFO".
Capperi, quale notizia clamorosa devono coprire per tirare fuori questa vecchia ferraglia propagandistica? Oppure Roberto Giacobbo, con un abile colpo di mano, è diventato direttore di Repubblica e io non lo sapevo.
Poi la notizia dal sapore vintage si sgonfia come una bambola gonfiabile trascurata.
A quest'ora della sera ormai fanno i seriosi e hanno già cambiato tono: "Era un pezzo dello Shuttle, nessun UFO".
Diciamo che giocando sul termine "oggetto volante non identificato" che può voler dire qualunque cosa, ci hanno provato.
Una volta d'estate i giornali ci campavano con gli UFO e noi rimanevamo suggestionati e la notte scrutavamo il cielo. Poi Finardi ci fece una canzone e, visto che mi è tornata in mente grazie all'"avvistamento" odierno, vi propongo un giochino.
Chi vi augurereste stasera che venisse rapito dagli alieni affinchè possa rifarsi una verginità in un altro pianeta, se non è troppo disturbo anche in un altra galassia magari dall'altro capo dell'universo?

L'arbitro norvegese che ci ha negato un gol valido?
Donadoni, possibilimente con il blocco del Milan appresso?
Angelino Alfano che ci ha spiegato oggi quanto dobbiamo essere contenti per non avere più le intercettazioni così inopportune per i traffici della Casta? (Apro una parente: non era sufficiente proibirne la divulgazione non autorizzata visto che non si vuol far sapere al contadino quanto sono buone le veline con le puppe a pere? Impedire ai magistrati di ordinare le intercettazioni sa di coscienza sporca.)
Padre Georg, solo per vedere che faccia farebbe Ratzinger?
Guido Rossi che ha messo Donadoni alla Nazionale?
Calderoli che ha plaudito al NO dell'Irlanda al trattato di Lisbona, solo perchè essendo del Nord e amanti del verde, devono avere per forza ragione?
I telecronisti Guido Meda (motociclismo, Italia1) e Carlo Vanzini (F1, Sky) le cui voci rendono i gran premi un momento di grave inquinamento acustico?

Si accettano ulteriori candidature.

P.S. Finardi non l'ho trovato. In sostituzione accattatevi David Bowie, che è pure meglio.



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giovedì 12 giugno 2008

Premiato Istituto Clinico San Supplizio

"Ora ha inizio il gioco. (Jigsaw)
"A una ragazzina di 18 anni, Domenica De Siena, che aveva un semplice fibroadenoma al seno - patologia benigna per la quale è sufficiente un piccolo intervento in anestesia locale -, è stata fatta un'ampia resezione mammaria. E' stata eseguita una quadrantectomia come se avesse avuto un tumore maligno.
Anche Simona Zito, 28 anni, aveva una fibrosi al seno destro: anche a lei è stato asportato un quadrante della mammella.
Altre diagnosi di cancro al seno, altre storie d'angoscia, altre mutilazioni. Maria Grillo, 44 anni, fu operata, senza «alcuna considerazione delle condizioni e della storia clinica della paziente», al seno pur avendo solo una «mastopatia fibrocistica»; stesso inutile e invasivo intervento ha subito Addolorata Di Nicola, 47 anni. La povera vita, il povero corpo di Giuseppina Bellini già martoriati da una gravissima forma di carcinoma al pancreas con metastasi polmonari per le quali Giuseppina, 61 anni, si era dovuta sottoporre a cicli di chemioterapia e radioterapia, sono stati ulteriormente massacrati: quadrantectomia al seno destro più radicalizzazioni, ovvero asportazione di ulteriore tessuto mammario". (Chiara Beria d'Argentine, La Stampa)
Consegnare questi medici all'Enigmista Jigsaw per farli divertire un pò in un bagno con seghe e trapani sarebbe una giusta punizione ma non risolverebbe il problema. Il vero criminale è il sistema che permette il gioco perverso "più operi, più soldi ti mando (io Stato)". Una concezione della produttività veramente abominevole, pronta a sconciare i corpi dei pazienti per lo strafottutissimo profitto. Un sistema che aveva attecchito pericolosamente nella Lombardia invasa da fantascientifici Formigoni che avevano equiparato la sanità pubblica a quella privata.
A scanso di equivoci non è solo Rosy Bindi che denuncia il marcio che alligna nel settore medico privato milanese ma anche l'ex assessore alla sanità lombarda (nonché ex leghista), dottor Alessandro Cè.

A parte il fatto che io non capisco questi liberisti all'amatriciana. Vogliono privilegiare il privato ma fremono tutti in attesa del rimborso dal Servizio Sanitario Nazionale, cioè della poppata alla gonfia mammella statale.

Perchè una clinica, se è privata, deve usufruire dei contributi pubblici? Che si faccia pagare dai pazienti e basta. C'è gente contenta di farsi curare a pagamento perchè è convinta che i medici, quando sentono l'odore dei soldi, diventino più bravi e perfino in grado di fare una diagnosi. Benissimo. Che una clinica campi solo con il contributo di capitali privati e con le rette e parcelle pagate dai pazienti. Solo in questo modo si vedrà emergere la qualità, perchè nessuno vorrà pagare profumatamente delle bestie ma solo dei bravi professionisti.

Per chi non vuole pagare per farsi curare, come è sacrosanto diritto, c'è sempre la Sanità Pubblica che deve sovvenzionare solo ed unicamente le strutture pubbliche. Forse, evitando di regalare soldi a dei delinquenti profittatori, come in questo ultimo caso di Milano, potrebbe anche migliorare la qualità del settore pubblico e la qualità dei controlli sull'intero settore sanitario. Lo stato vigili su entrambi pubblico e privato per evitare abusi e sia ristabilita una distinzione netta tra i due tipi di servizio.
Invece i Marabunta del Pirellone hanno deregolamentato un settore delicatissimo e si sono di fatto messi a pasturare in una vasca infestata dagli squali.

Per carità, a questo punto bisogna dire per forza che ci saranno anche strutture private serie e competenti. Peccato che io non ne abbia mai trovata una in vita mia.
Solo per fare un paio di esempi, perchè non voglio annoiare con aneddotica personale.
A me fecero una risonanza magnetica al cranio senza bloccarmi la testa. Quando portai il referto al medico mi disse che era inservibile perchè completamente fuori asse.
L'ultima volta che mio padre ha dovuto fare ricorso ad una clinica privata convenzionata (solo perchè non c'era posto in ospedale e dopo mie forti proteste), una banale infezione urinaria si è trasformata in un incubo. Cateterismi non necessari che hanno aggravato la situazione, somministrazione abusiva di psicofarmaci che me lo avevano rincoglionito completamente. Risomministrazione arbitraria di un farmaco che gli era stato precedentemente tolto perchè aveva indotto un ipotiroidismo iatrogeno, curato poi con grande fatica. Assistenza zero, menefreghismo e prescrizione di un sacco di esami inutili.
Spiegatemi che cazzo c'entra una TAC cerebrale con una cistite. Eppure fu prescritta e ovviamente il SSN rimborsò alla clinica un esame oltre che inutile, costoso. La scusa forse l'avranno trovata nel fatto che, sotto Serenase, mio padre, normalmente persona lucidissima e per niente incontinente nonostante la veneranda età, era divenuto in pochi giorni un vecchio semidemente che a malapena mi riconosceva e si faceva tutto addosso.

Questo ultimo scandalo del Santa Rita di Milano dimostra che anche la malasanità può essere privatizzata e che le cliniche non sono luoghi dove va sempre tutto bene, soprattutto al Nord. Pareva strano, infatti, che certe cose succedessero solo negli ospedali e solo al Cotugno di Napoli.
Ora mi auguro una bella class action contro i responsabili delle lesioni e delle morti, alla quale partecipino magari anche i dipendenti incolpevoli della clinica.
Ci vorrebbero delle condanne esemplari. Se non proprio Jigsaw, la cancellazione della laurea, del diploma di maturità e magari della licenza media. Una ramazza e via a spazzare la monnezza. A vita.


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martedì 10 giugno 2008

La ratacaponata

Sto cucinando una ratatouille che in itinere si è trasformata in una caponata, grazie al tocco di aceto balsamico insegnatomi dall'amico Salvo. E' bello rimescolare tante verdure diverse nel wok, sentirne gli odori che ne emanano. Cucinare rilassa e mentre rimescoli il cibo, tanti pensieri ti corrono nel cervello sui pattini, alcuni silenziosamente, sul ghiaccio, altri sbatacchiando come quei maledetti skateboard.

Oggi la UE ha deciso che, per certi tipi di contratto come quelli a chiamata, si potrà lavorare fino ad un massimo di 65 ore settimanali. Sarà indispensabile a questo punto dotare i lavoratori di catetere, così si eviteranno anche le fastidiose soste per la pisciatina. Per altre necessità: un semplice ed economico tappo.
65 ore in una settimana vuol dire vivere solo per il lavoro. Non avere più una vita. Addormentarsi mentre si conduce un autobus. Vabbè, tanto avremo un'eternità per dormire.

Ieri ho sentito la Fiamma Nirenstein a Radio Radicale annunciare, tutta eccitata, che gli USA finalmente sganceranno gli agognati aerei Stealth ad Israele. Sono gli aerei invisibili, rapidi ed infallibili, che arrivano, fanno danno ma nessuno li ha visti sul radar. "Chi ti ha bombardato Ahmed?" "Nessuno mi ha bombardato, Nessuno!"
Comunque c'è un qualcosa di leggermente osceno in una donna che gioisce per nuovi ninnoli da guerra da regalare al marito.

Sono quarant'anni dal 1968 e tutto ciò che ne consegue ma nessuno ne parla. Né tv, né giornali, nemmeno History Channel. L'altro giorno ho visto, giusto per stare in tema "The Dreamers" di Bertolucci. La trama è ficcante: uno studentello dai labbroni a canotto viene adescato da una coppia perversa di fratelli e scopre che, come gli diceva sempre sua madre, le più troie sono le vergini. Che c'entra il '68? Me lo sono chiesta anch'io. Citofonare Bernardo.

La nazionale di calcio ha avuto il suo primo Vietnam europeo ieri sera. Come da copione. I grandi eserciti imperiali perdono sempre contro la guerriglia. Solo noi come campioni del mondo potevamo perdere la partita con tre pappine implacabili.
Avete visto Marco Van Basten alla fine? Aveva lo sguardo di Ali Agca quando diceva "Io no sparato a Pappa". Per Donadoni stanno già preparando la croce. Gattuso è stato sentito dire "io a quello non lo conosco" (riferendosi al suo mister).

Com'è stato possibile che tra una montagna di monnezza televisiva la RAI ci abbia potuto dare "Il commissario Montalbano"? Mi sto riguardando gli episodi in dvd. Mi piace tutto di quella serie ma soprattuto le location, i luoghi. Quando la Sicilia ti si presenta di fronte mostrando senza pudore Scicli e Marina di Ragusa, le perdoni anche Schifani. Riuscite ad ottenere lo stesso risultato con Trezzano sul Naviglio?

Il primario della clinica privata si difende: "Era per il bene dei pazienti". Anche i pedofili sono convinti di insegnare educazione sessuale ai bambini che si fottono.

Domani, 11 giugno, arriva Bush. La scelta del numero del giorno è puramente casuale.





giovedì 5 giugno 2008

Esegesi di Ahmadinejad for dummies

Solo un idiota si metterebbe a gridare che vuole la distruzione di Israele, avendo tutti gli amici di Israele attorno, con gli M16 puntati alla sua testa e una pattuglia di B52 che gli svolazza sopra.
O Ahmadinejad è un idiota o è un pupo che interpreta una parte, quella del feroce Saladino che regolarmente va a sbattere con rumore di ferraglia contro i crociati venuti a combatterlo. In ogni caso è un mistero perchè faccia di tutto per fare la fine di Saddam Hussein. Esistono forme di suicidio decisamente stravaganti.

Però è anche vero che le parole di Ahmadinejad, non sembrando mai abbastanza forti per lo scopo che ci si è prefissati, l'attacco all'Iran già deciso anche se al posto di Ahmadinejad ci fosse lo Scià redivivo, vengono aggiustate sulla stampa occidentale in modo truffaldino, tanto nessuno crede al "nuovo Hitler" ma ai paladini della libertà, che non importa si facciano rappresentare da un Orlando sempre più fuori di senno.

Per esempio, Ahmadinejad dice che "presto il regime sionista sarà spazzato via". Nella traduzione, anzi nell'esegesi, diventa "Israele sarà spazzato via". Si noti che Ahmadinejad viene intervistato in TV e ripete, in modo che tutti possiamo sentirlo, "il regime sionista è giunto alla fine" riferendosi appunto al sistema di potere di Tel Aviv ma alla fine andremo a letto con la certezza che lui intendeva "cancellare Israele", pompelmi compresi.
Qui trovate la traduzione integrale dell'intervista che ha rilasciato al TG1. Il pensiero di Ahmadinejad è come il gioco del "campo minato". Dice cose anche giuste disseminate di minchiate che esplodono all'improvviso distruggendo tutto il discorso. Ad esempio, quando dice "ammettiamo che qualcosa sia successo (riferendosi all'Olocausto), bbooom"! E' per questo suo suggerire il negazionismo che i suoi esegeti vanno a nozze e si prendono delle libertà con le traduzioni. Quindi, augurarsi la fine del sionismo equivale a voler cancellare Israele.

Sarebbe come se il deputato Schulz (ricordate, il famoso kapò del film sui campi di concentramento nazisti) dicesse che "il potere di Berlusconi presto giungerà alla fine" e il Giornale scrivesse che "La Germania vuole buttare a mare gli Italiani." Lo so, è un paragone cretino ma non me ne viene in mente uno più intelligente, visto il livello della propaganda in gioco.
Io non sono abituata ad identificare i regimi politici (dittatoriali o meno) con i popoli che da essi si fanno rappresentare, volenti o nolenti. Un iraniano qualunque non dovrebbe mai pagare per le parole di un pupo come Ahmadinejad. Come non ritengo il mio amico israeliano responsabile delle vaccate di Olmert e Sharon.

P.S. Sto leggendo "Lepidezze postribolari" di Luttazzi, dove si fa notare come sia Bush che Ahmadinejad abbiano gli occhi talmente vicini che uno finisce per rassomigliare all'altro. La vignetta è ancora più esplicita. Succede lo stesso tra moglie e marito e tra cane e padrone.




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mercoledì 4 giugno 2008

Obama bama bama, sai perchè mi batte il corazón?

"Allora vedo che non ha capito. Io non sono qui per salvare Rambo da voi. Io sono qui per salvare voi da lui". (Trautman)

Nonostante la resistenza ad oltranza di Hillary che non se ne vuole andare come gli ubriachi a tarda notte nei bar (e speriamo non sia necessario chiamare la forza pubblica), Barack Obama si avvia a diventare il candidato ufficiale per il Partito Democratico (quello originale, americano) alle presidenziali di autunno.

Diciamo la verità. L'unica cosa sicura di questo prossimo cambio di gestione alla White House è che George W. Bush si leverà dai coglioni. Sul resto c'è grande incertezza.
Un'altro fatto quasi ormai assodato è che avremo da una parte un candidato che si chiama come le patatine surgelate e dall'altra uno che ha una pericolosa assonanza con ben due nemici pubblici numero uno d'America. La prima cosa è un vantaggio, la seconda un terribile handicap.
E' già successo che dei giornalai televisivi siano stati colpiti dal lapsus improvviso. "Obama Bin Laden....oops, scusate. Osama." Il secondo nome di Obama è Hussein, come Saddam. Vedrete come giocherà sporco l'inconscio.

Il candidato repubblicano McCain mantiene finora un basso profilo, tenendosi in disparte in attesa che la ex-first lady ceda e il suo giovane contendente democratico si getti nella mischia per passare finalmente al dunque.
Secondo me McCain è comunque avvantaggiato, da qualunque angolazione si guardi la faccenda.
Alle primarie repubblicane non ha dovuto combattere con altri candidati pericolosi, visto che i contendenti erano perfino troppo per i nazisti dell'Illinois.
Lui è stato da subito il più presentabile e presidenziabile: repubblicano si ma non il solito falcaccio ottuso alla Charlton Heston. Un falco dal volto umano, piuttosto.
Un vecchio si, ma ex soldato, che potrebbe rappresentare la riscossa dei reduci, in una nazione che ne conta migliaia, tornati più o meno malconci da guerre combattute non si sa perchè e per conto di chi e sempre a migliaia di chilometri da casa. In fondo sarebbe Rambo presidente. Il Rambo preso a cornate e ingratitudine che vince finalmente la sua guerra.

John è uno che si è fatto cinque anni di prigionia in Vietnam, che cazzo, mica come gli imboscati Reagan e Dubya, uno intento a stanare comunisti dei condotti per l'aria condizionata negli uffici di Hollywood e l'altro a scaldare una sedia grazie alla raccomandazione di papi.
McCain è in grado, vedrete, di convincere gli americani che si può essere ancora repubblicani nonostante le balle di Bush, la guerra fallimentare in Iraq (che lui non a caso non approva) e tutto ciò che questa amministrazione ha fatto di male.
McCain ha un altro vantaggio. Potrà scegliersi, se eletto, il vice che vuole. Non ha Laura Bush attaccata ai maroni.
E infine, si diceva, non sottovalutate le patatine, sono un messaggio subliminale importante. A tutti piacciono le patatine fritte.

Ma perchè poi sto parlando di McCain quando il post è su Obama?
Barack è giovane, bello, di una tonalità di nero giusta, accettabile anche nei saloni della borghesia WASP.
Certo, a differenza di McCain ha questa palla al piede, la signora Clinton, che si era illusa di rappresentare il nuovo dopo ben otto anni vissuti alla Casa Bianca. Se democratici, gli americani vogliono la novità. Il primo presidente nero, appunto, non la terza volta di Hillary.
Barack ha idee molto belle e nobili, per esempio le solite promesse sulla sanità pubblica per tutti e il ritorno a casa dall'Iraq.
Peccato che sulle questioni tipo pace in Medio Oriente non si discosti di una virgola dal solito armamentario dei candidati americani repubblicani o democratici purchessia: "Oh, io amo Israele, Israele ha diritto di difendersi, combatteremo per la sicurezza di Israele, manderemo aiuti ad Israele, noi siamo i migliori amici di Israele, Israele può fare di me e di noi ciò che vuole".
Non una parola sulla Palestina, muso duro con l'Iran e sostanziale appoggio all'agenda estera neocon. Con tutto ciò gliela menano ancora con Farrakhan e le origini musulmane del babbo, poi divenuto ateo convinto.

Tra qualche mese ci caveremo la curiosità di sapere chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti. Speriamo non si finisca al solito con il testa a testa e la mappata di voti afroamericani che sparisce nei diabolici circuiti delle macchinette della Diebold in qualche stato chiave. Florida 2000, Ohio 2004 e il prossimo? Alabama?
Un presidente afroamericano sarebbe bello, come riscatto per una parte enorme della popolazione americana e soprattutto per le facce che farebbero i KuKluxKlan del cazzo ma, provando ad immaginare la scena dell'inauguration, non so, la cosa non mi convince.

Ho paura delle patatine fritte.


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